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Sirti Digital Solutions, partner di Planet Farms: tecnologia e co-creation per la realizzazione dell'impianto di vertical farm di Cavenago.

23 Marzo 2023

23 Marzo 2023 - Luca Rubaga Managing Director di Sirti Digital Solutions, il suo intervento alla trasmissione “Italia 4.0” di Class CBNC ''Agricoltura 4.0 - quali innovazioni stanno mettendo in campo e sui “campi” le imprese''

Luca Rubaga, managing director di Sirti Digital Solutions, spiega il valore della digitalizzazione nell'ambito dei processi produttivi per il settore dell'agrifood ed in particolare racconta il progetto Vertical Farm di Cavenago realizzato in co-creation con Planet Farms.

Il percorso di trasformazione digitale del mercato ha messo in forte evidenza l’importanza di attuare in tutti i settori una profonda digitalizzazione con l'adozione di tecnologie di avanguardia a supporto del processo produttivo.

Sirti Digital Solutions ha accettato la sfida principale, quella di guidare tutte le fasi del progetto:

dagli impianti elettrici e di rete, allo scouting di tecnologie, alla progettazione e implementazione delle componenti tecnologiche di acquisizione fino alla raccolta, elaborazione e presentazione dei dati necessari alla gestione della farm con un data center dedicato, rete dati wireless e wireline, rete IoT e infrastruttura ICT che ospita software basati su AI. Ha realizzato il Building Management System 4.0.

Planet Farms è una startup del settore Agricoltura 4.0 la cui missione è quella di coltivare in maniera sostenibile insalate e erbe aromatiche senza l’uso di chimica, in modo da offrire al consumatore un prodotto sano e incontaminato 365 giorni all’anno. Per conseguire questo obiettivo è stato necessario realizzare un nuovo format di fattoria idroponica indoor completamente robotizzata. In questo contesto la tecnologia e le competenze multi disciplinari sono centrali per la buona riuscita del progetto.

Questo progetto rappresenta una testimonianza della nostra volontà di fare la differenza in termini di sostenbilità attraverso l'utilizzo della tecnologia che consente un'ottimizzazione del processo produttivo ed un risparmio in termini risorse naturali con una forte attenzione alla riduzione di risorse idriche, energetiche e a zero impatto ambientale. @PRODUZIONE RISERVATA

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Le sfide alla cybersecurity dell’eHealth: il punto di vista di Sirti Digital Solutions

15 Marzo 2023 - Luca Rubaga articolo pubblicato 01.Health Luca Rubaga, managing director di Sirti Digital Solutions, spiega l’importanza di gestire i rischi di cybersecurity nel mondo dell’eHealth. Il percorso di trasformazione digitale del Paese ha messo in forte evidenza l’importanza di attuare in tutti i settori una strategia di protezione che non sia affidata esclusivamente all’adozione di tecnologie. Questo fenomeno è stato sensibilmente accelerato dall’esperienza pandemica e sostenuto dall’impianto normativo del Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetico e dagli investimenti legati ai progetti del PNRR. Le soluzioni di sicurezza, ovvero di trattamento del rischio cyber, devono essere infatti inserite all’interno di processi di gestione e implementate nel rispetto dello specifico contesto di utilizzo. I requisiti di Riservatezza, Integrità e Diponibilità (RID) che dati, servizi o infrastrutture devono preservare tramite l’applicazione di misure di sicurezza dipendono fortemente dallo scenario applicativo. Si prendano a esempio due diverse tipologie di reti di telecomunicazione. Una a supporto di servizi IT di tipo “generalista” e l’altra per sistemi “OT”, ovvero di sistemi per l’automazione e il controllo industriale, ambiti nei quali tipicamente si muovono i servizi di Sirti Digital Solutions. Queste due reti, seppur realizzate con tecnologie analoghe, presentano requisiti del tutto diversi, a cui conseguono differenti ordini di rilevanza delle componenti di Riservatezza, Integrità, Disponibilità. Dal punto di vista concreto, questo paradosso ha comportato un cambio di prospettiva da parte degli operatori del settore ICT: la sicurezza nel mondo cyber si persegue non solo introducendo componenti tecnologiche, bensì – soprattutto – applicando alle infrastrutture realizzate delle misure di sicurezza che dipendono dagli scenari d’impiego delle infrastrutture stesse, a cui consegue un attento percorso di analisi e valutazione del rischio. Le considerazioni fin qui condivise impattano in particolar modo il mondo dell’eHealth che, di conseguenza, diviene il campo più delicato nel quale misurarsi nell’ambito cyber. Una vera sfida. Nel mondo dell’eHealth, aziende come Sirti Digital Solutions operano per clienti di rilevanza nazionale con l’obiettivo di trasferire anche in questo comparto la pluriennale esperienza maturata nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture ICT critiche. L’efficacia di questo lavoro sarà proporzionale alla capacità di saper declinare e applicare di volta in volta le misure di sicurezza cyber, mettendo al centro, con la necessaria sensibilità, le caratteristiche specifiche dei servizi dedicati alla medicina digitale. La digitalizzazione del mondo sanitario e, in particolare, quello relativo alla diagnosi, alla cura e all’assistenza, ha portato naturalmente a condividere infrastrutture un tempo destinate a servizi ICT “non specialistici”. Ciò consente di beneficiare dell’economicità e della facilità d’impiego, ma espone al rischio di non effettuare un’adeguata e preventiva valutazione dei requisiti di sicurezza. Questo rischio trova ragione d’essere nel fatto che, nei sistemi a servizio della medicina “digitale”, non è possibile stabilire alcuna priorità tra i requisiti della RID. Dalla tutela ai massimi livelli di ciascuna proprietà di Riservatezza, Integrità e Disponibilità dipendono, pertanto, la salute della persona e la protezione dei suoi dati più sensibili. A rendere ancora più articolato il quadro concorrono anche elementi di tipo tecnologico. Tra tutti si osservi che il collegamento in rete di alcuni dispositivi medici può avvenire anche in modo indiretto tramite tecnologie wireless (es. Bluetooth), oggettivamente più complesse da presidiare. La criticità dello scenario descritto, sebbene ancora parzialmente esplorato, aumenterà con la diffusione di applicazioni di Artificial Intelligence a supporto della diagnostica e della cura, nelle quali il controllo umano sarà sempre più complesso da applicare. A ciò si aggiungono anche tutte le attuali (e future) applicazioni della robotica a supporto delle attività umane, che possono spaziare dalla gestione della distribuzione dei farmaci fino alla “robotic-assisted surgery”. Anche la direttrice della facilità di accesso ai dati non è esente da rischi. L’uso promiscuo privato/professionale degli endpoint (pc, smartphone, tablet) e la pervasività delle app social renderanno inevitabilmente più ampia la cosiddetta “superficie d’attacco”. La diffusione dell’ICT nel mondo dalla sanità, quindi, consentirà di ridurre il rischio dell’errore umano e faciliterà l’accesso ai servizi, ma – inevitabilmente – innalzerà l’esposizione ad attacchi deliberati, determinando possibili significativi impatti sulle persone e sull’intera comunità sociale.@PRODUZIONE RISERVATA

Inclusione nei luoghi di lavoro, il manifesto virtuoso del Gruppo Sirti

24 Marzo 2023 - Clemente Perrone, Chief Human Resources & Organization Officer del Gruppo Sirti, racconta il percorso di consapevolezza e condivisione intrapreso dal Gruppo con un'intervista su Luce! lo spazio digitale attivo e multiforme, web, social, video e audio, curato dai giornalisti di Editoriale Nazionale con le sinergie di tre testate storiche: La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno. Inclusione, questa (semi) sconosciuta, verrebbe da dire a dare uno sguardo superficiale alla società. Eppure, percorsi virtuosi anche in questo ambito sono stati avviati e alcuni addirittura sono stati portati a termine con successo. L’impressione, però, è che le azioni spot non bastino più e che sia necessaria la rivoluzione culturale che da tempo invochiamo ma a cui evidentemente facciamo fatica a dare gambe e fiato. A darci una mano in questa impresa storica questa volta è stato il Gruppo Sirti, società italiana che sviluppa infrastrutture di rete e servizi digitali e di cybersecurity con oltre 3400 dipendenti, che ha dato vita a un importante progetto in ambito D&I (Diversity e Inclusion) nel comparto ICT (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione). A seguito di un lavoro di raccolta e analisi delle evidenze emerse da una survey interna su sentiment e necessità delle persone rispetto all’ambiente di lavoro, il team risorse umane di Sirti ha progettato un “manifesto dell’inclusione” che, partendo dai principali bias osservati, desse il via a un percorso di consapevolezza e condivisione. Nel corso del 2023, ogni focus del manifesto sarà oggetto di Differenze Connesse, uno specifico programma di webinar e podcast. Il primo episodio, Ascoltare e riconoscere i propri pregiudizi è stato pubblicato su Spotify, progettato insieme a un team di psicologhe del lavoro che accompagnano la società in questo percorso. Di inclusione, consapevolezza, percorsi virtuosi e difficoltà sul cammino ne abbiamo parlato con Clemente Perrone, Chief Human Resources & Organization Officier del Gruppo Sirti. La parola inclusione è tra le più inflazionate degli ultimi tempi. Se ne parla spesso, è vero. Quasi mai, però, facendola “cadere a terra” pienamente. Il suo contrario, l’esclusione, genera vuoti incolmabili, ferite sociali e psicologiche difficili da rimarginare. Una deriva sociale o individuale? “Chi lavora nelle risorse umane conosce l’importanza della cultura organizzativa in azienda: sfuggente e pregnante, impalpabile e potente. La cultura organizzativa è “il” riferimento nel microcosmo sociale delle aziende. Ti permea e guida i tuoi comportamenti: li fa diventare giusti. Un’azienda ha il dovere di interrogarsi su quali siano i comportamenti quotidiani, ancor prima dei valori, che intende promuovere e incoraggiare. Su questi, necessariamente, deve basarsi qualsiasi piano di lungo periodo che intenda promuovere nuove sensibilità. Trovare le ricette che consentano di bilanciare competitività del mercato, sostenibilità e work-life balance è il mantra dei gruppi dirigenti. Se la felicità dei dipendenti non garantisce necessariamente la leadership dei mercati, è però evidente che oggi le persone sono portate a fuggire da contesti organizzativi tossici”. Il vostro progetto mette al centro la psicologia del lavoro ma anche la forza positiva della comunicazione e della sensibilizzazione. Quanto è importante costruire e individuare i giusti mezzi e le tecnologie migliori attraverso cui entrare in connessione? “Come Gruppo Sirti abbiamo deciso di analizzare il macro-tema della diversità e dell’inclusione lavorando su quattro dimensioni: consapevolezza, linguaggio, diversità, partecipazione. Siamo partiti erogando a tutta l’azienda una survey interna, che ci ha restituito sentiment e necessità delle nostre persone rispetto all’ambiente di lavoro. Con l’obiettivo di far fronte alle esigenze interne riscontrate dalla survey, abbiamo elaborato un Manifesto dell’inclusione che ha dato il via a un nuovo percorso di consapevolezza e condivisione. Oltre a 170 responsabili del Gruppo, il progetto ha convinto anche il coordinamento nazionale delle organizzazioni sindacali e i principali stakeholder dell’azienda, che hanno scelto di aderire all’iniziativa firmando il nostro Manifesto dell’inclusione. Sul tracciato di questo percorso abbiamo poi sviluppato un ciclo di seminari in cui sono state affrontate, insieme a un team di psicologhe del lavoro, tematiche quali la responsabilità emotiva e il sostegno reciproco nelle difficoltà, dialogando con oltre 500 colleghi e colleghe per singola sessione. La tecnologia ci ha dato modo di esplorare nuove forme di linguaggio, agendo come enzima di consapevolezza: utilizziamo una newsletter interna e il nostro portale per consigliare letture, film e articoli al fine di stimolare sensibilità e partecipazione su queste tematiche. Inoltre, per raggiungere anche gli stakeholder esterni, abbiamo promosso una campagna Linkedin e un ciclo di podcast su Spotify su temi come l’anti-fragilità e le emozioni in azienda”. Un post dal profilo Instagram del Gruppo Sirti, società italiana che sviluppa infrastrutture di rete e servizi digitali e di cybersecurity con oltre 3400 dipendenti La pandemia ha cambiato in meglio il nostro modo di vivere in relazione agli altri o, al contrario, ci ha resi meno capaci di intravedere negli altri da noi nostri simili? “La pandemia, in quanto fenomeno “altro”, ha stravolto le vite di tutti noi, influendo in maniera decisiva sulle nostre modalità di progettare ma soprattutto di progettarsi, inteso nel senso più autentico di “gettarsi in avanti”, disegnare il nostro futuro e quello della comunità. Tutti noi ricordiamo i primi mesi di pandemia, quella voglia di poter tornare a stare insieme, quel senso di altruismo e attenzione agli altri. Erano sentimenti che, quasi con disincanto, abbiamo sperato non solo di non dimenticare, ma anzi di portare con noi per costruire una società migliore. La pandemia, infatti, ci ha messo davanti alla verità di essere gettati nel mondo e questo significa prima di tutto essere autentici con gli altri, relazionarsi con le altre persone e prendersene cura. Con questa consapevolezza, sta a ciascuno di noi impegnarsi a mantenere uno sguardo sul mondo che ci permetta di continuare a vedere negli altri dei nostri simili”. Parliamo di consapevolezza: i luoghi di lavoro possono trasformarsi in laboratori di creazione di nuove consapevolezze anche – ma non solo – in fatto di inclusione? “In Tutta la vita è risolvere problemi, Popper scrive che ‘abbiamo bisogno di libertà, per evitare gli abusi del potere dello Stato; e abbiamo bisogno dello Stato per evitare l’abuso della libertà’. Volendo adattare questo paradigma alle aziende, possiamo ribadire il loro ruolo per trovare un nuovo equilibrio tra esigenze dell’individuo, necessità dei gruppi collettivi e fabbisogni collegati alla competitività delle aziende stesse. Come Gruppo Sirti ci siamo impegnati ad ‘abbracciare’ questo programma di ampio respiro, in grado di stimolare il confronto e nuovi comportamenti volti a incentivare il tipo di cittadinanza organizzativa a cui vogliamo tendere. Costruire l’azienda del futuro – come recita il nostro claim – significa condividere questo “patto” virtuoso con le persone che desiderano intraprendere un percorso lavorativo nella nostra azienda, migliorando i nostri comportamenti quotidiani e superando bias e pregiudizi attraverso scelte consapevoli”. Un esempio, quello del Gruppo Sirti, che c’è da augurarsi venga preso a modello per innescare un vero cambiamento nei metodi, nel merito e nelle pratiche quotidiane. La direzione è giusta, le difficoltà non mancheranno e, a quanto pare, l’entusiasmo e la determinazione nemmeno @PRODUZIONE RISERVATA