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Sirti, con A2A per la rete WAN-LAN

4 Aprile 2022

Sirti, hub di innovazione per lo sviluppo delle infrastrutture di rete, affianca A2A per garantire la massima efficacia della rete WAN – LAN, asset strategico del Gruppo.

Sirti Digital Solutions fornirà assistenza sistemistica e si occuperà degli interventi sulla rete che connette gli uffici A2A e su quella che veicola i processi industriali sul territorio nazionale.

In particolare, Sirti si occuperà della manutenzione degli apparati di network della rete TLC e di quelli delle Smart Grid che supportano le cabine primarie di distribuzione elettrica, entrambi di A2A Smart City.  A ciò si aggiungerà un servizio di consulenza specifico nell’ambito del networking.

Laura Cioli, Amministratore Delegato del Gruppo Sirticommenta: “Siamo felici di affiancare A2A, partner per noi strategico, in questo percorso di accelerazione della transizione energetica per cui il nostro obiettivo è​ garantire l’eccellente funzionamento della rete WAN – LAN che ne è ​​abilitatore. Sirti Digital Solutions si occuperà di erogare la manutenzione correttiva attraverso un troubleshooting da remoto, della risoluzione di incident sui servizi di rete, degli interventi on site con SLA pattuiti e di un servizio di assistenza intelligente della rete del Gruppograzie alle competenze digitali consolidate sulle architetture e un servizio di advisory nell’ambito del networking e network security, necessario per gestire le complessità delle reti in continua evoluzione”.

Sirti S.p.A. Sirti è un hub di innovazione nel campo dello sviluppo delle infrastrutture di rete. Fondata nel 1921, opera nei settori delle Telecomunicazioni, Energia e Digital Solutions con circa 3.800 dipendenti.

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Sirti diventa partner "élite" di ADVA

Sirti è l’unica società italiana ad aver ottenuto questo importante riconoscimento che consolida una partnership nata nel 2019. Sirti – hub di innovazione nel campo dello sviluppo delle infrastrutture di rete – è diventata partner di livello “Élite” della multinazionale tecnologica ADVA, società con headquarter a Monaco di Baviera e specializzata in soluzioni di networking aperte e sicure per clienti telco ed entreprise. Sirti è l’unica società italiana ad aver ottenuto questo importante riconoscimento e sarà inserita nel più alto livello del programma che ADVA dedica alle aziende partner. Tale traguardo rappresenta il consolidamento di una partnership, siglata 2019, che si è rivelata un importante asset in grado accrescere il valore dell’offerta di Sirti, rendendola ancor più distintiva e competitiva. La virtuosa collaborazione tra Sirti Digital Solutions e ADVA è nata su alcuni progetti di trasformazione strategica delle reti di trasporto di importanti Service Provider nazionali, per sostenere il 5G, l’interconnessione al Cloud e i nuovi servizi OTT video streaming, dove capacità trasmissiva, prestazioni e sicurezza delle reti sono fattori critici. Quella con ADVA è una collaborazione che ha permesso a Sirti di sostenere le proprie attività di business development, progettazione, installazione, collaudo e assistenza sugli apparati di trasporto ottico DWDM (Dense Wavelength Division Multiplexing), che compongono la rete di trasporto per reti fisse e mobili di alcuni tra i principali player di telecomunicazione italiani. Massimo Nava – Head of Sales Business Unit Digital Solutions del Gruppo Sirti, spiega: ”Grazie a questo importante risultato, che consolida la nostra già avviata partnership strategica con ADVA, potremo rafforzarci sui nostri mercati core – Telco, Energy Utilities ed Enterprise – e sviluppare le sinergie tecnologiche per progetti su multi-gigabit broadband, smart home, massive IoT, smart communities e connettività 5G anche su altri mercati” Marcello Forti – VP of Sales, di ADVA Southern Europe, commenta: “Siamo orgogliosi di dare il benvenuto a Sirti nel livello più alto del nostro programma Partner Ecosphere. L’assegnazione dello status Élite fornisce a Sirti un accesso completo alle nostre vaste risorse e al nostro portafoglio tech. Inoltre, questa collaborazione rende i nostri due team ancora più vicini. La nostra partnership ci aiuterà a cogliere nuove opportunità e a raggiungere la nostra ambizione condivisa di offrire ancora più valore ai nostri clienti.” Sirti S.p.A.: Sirti è un hub di innovazione nel campo dello sviluppo delle infrastrutture di rete. Fondata nel 1921, opera nei settori delle Telecomunicazioni, Energia e Digital Solutions con circa 3.800 dipendenti. ADVA: ADVA è un’azienda fondata sull’innovazione, che ha come obiettivo quello di supportare i clienti nel raggiungimento del successo. La nostra tecnologia rappresenta i mattoni di un futuro digitale condiviso e conferisce potere alle reti in tutto il mondo. Sviluppiamo costantemente hardware e software innovativi, in grado di guidare il settore del networking e creare nuove opportunità di business. Sono queste soluzioni di connettività open che permettono ai nostri clienti di fornire il cloud e i servizi mobili, vitali per la società di oggi e per immaginare nuovi domani. Insieme, stiamo costruendo un futuro connesso e sostenibile. Per ulteriori informazioni: 

Cioli (AD Sirti): «Di fronte alla carenza di manodopera occorre fare sistema»

Di fronte alla carenza di manodopera delle aziende di rete e alle criticità del settore «occorre fare sistema» tra le realtà imprenditoriali, con i regolatori e le istituzioni: «se gestita in maniera ragionevole con strumenti innovativi», la crisi può anche trasformarsi in opportunità, legata a un progetto Paese. Parola di Laura Cioli, già ceo di Gedi, Rcs Mediagroup e CartaSi (ora Nexi), nella sua prima intervista come AD di Sirti, azienda di rete controllata al 100% dal fondo Pillarstone. Le imprese del settore dovrebbero, spiega la manager a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School), «cercare di far crescere il numero complessivo delle risorse e non, ad esempio, competere semplicemente sui profili senza una visione di sistema». Superando il concetto di competizione ed entrando in una «visione di progetto di sistema» come quello di realizzare le nuove infrastrutture di tlc per il Paese. Nel frattempo, l’azienda, che conta 3.800 dipendenti e ricavi (nel 2020) per 733 milioni, sta cercando di diversificare il business. Puntando, spiega Cioli, nominata ceo a gennaio scorso, in particolare sulle attività di trasformazione digitale, cybersecurity e networking in testa. Il consolidamento nel settore? « Per me al momento l’obiettivo principale è lo sviluppo, non il consolidamento o il risparmio». Il problema della carenza di manodopera nelle aziende di rete è ormai noto, avete avuto delle risposte da parte del Governo? Oggi c’è una potenziale carenza di manodopera per migliaia di addetti, è un fattore acclarato sul quale tutti siamo d’accordo. Non vorrei essere una voce fuori dal coro, ma secondo me la crisi di manodopera può essere gestita in modo ragionevole con strumenti innovativi. Può, cioè, essere trasformata in opportunità, legata a un progetto molto rilevante per il Paese. Stiamo, infatti, vivendo un momento di grande sviluppo grazie al Pnrr, ma anche per il desiderio e la volontà dei cittadini e del Paese di dotarsi delle infrastrutture digitali chiave. Credo che questa sia una fase in cui tutti gli elementi della filiera, che vanno dal regolatore alle istituzioni alle imprese di rete, debbano dare una grande prova di maturità e responsabilità. Dobbiamo uscire dal concetto di competizione, come singoli, ed entrare in una visione di progetto di sistema. Tutto ciò si traduce in tante cose: chi definisce le regole le può semplificare; noi imprese di rete dovremmo cercare di far crescere il numero complessivo delle risorse e non ad esempio competere semplicemente sui profili senza una visione di sistema. Nessuno deve considerare le condizioni a contorno come se fossero un problema di altri, esiste ad esempio un tema di costo dei materiali che non può essere affrontato da un pezzo della filiera, ma va risolto assieme. Altrimenti non funziona. Non ci può essere uno che vince e uno che perde, questo è il momento in cui penso si possa dire che o vinceremo tutti assieme o perderemo tutti assieme e, se perderemo, perderà il Paese. Il fatto che si riesca a realizzare i progetti passa attraverso il saper giocare come una squadra, anche se ciascuno avrà il suo ruolo, anche se ci saranno delle regole, ma con un’armonia che deve essere superiore rispetto al passato.  Per il vostro settore, come per quello delle telco, si è parlato di consolidamento. L’obiettivo di giocare come squadra passa anche attraverso ipotesi di condivisione,  joint venture o consolidamento? Il tema critico non è risparmiare costi, è cercare di aumentare la capacità, abbiamo bisogno di essere di più, lavorare in modo organico ed efficiente. Qualsiasi fattore porti a far crescere il numero dei lavoratori a disposizione è benvenuto se fatto in modo sostenibile, economico e nel rispetto delle regole. Il consolidamento in genere avviene, invece, quando bisogna stringere, risparmiare, fare sinergie, e quindi in questo momento non è fondamentale. Se ci fossero elementi funzionali a far crescere la capacità ben vengano, ma mettere assieme quanto già c’è non fa crescere le risorse nel mercato. Per me al momento l’obiettivo principale è lo sviluppo, non il consolidamento o il risparmio. Che cosa ne pensa dell’ipotesi di utilizzare gli immigrati per trovare le risorse della manodopera? Occorre un tavolo ad hoc con le istituzioni?   Penso che le persone che mettiamo in campo debbano essere ben formate e lavorare in contesti sicuri e regolati. Per noi la nazionalità è irrilevante, l’importante è avere le risorse attraverso percorsi di formazione ben fatti e che tutelino le persone e la loro sicurezza. I bacini di reclutamento principali sono le scuole. Stiamo, pertanto, sperimentando percorsi innovativi, ad esempio formando nelle carceri delle persone che possono essere inserite nel lavoro sempre nel rispetto delle regole. Secondo me non c’è bisogno neanche di così tanti tavoli, occorre invece voglia di fare, di costruire, un po’ di fantasia e creatività nell’individuare dei bacini di risorse da utilizzare.  Che tempi occorre rispettare per soddisfare l’esigenza di manodopera? Stiamo già nel pieno dell’attività, siamo nella fase di crescita delle risorse. Già prima dell’ assegnazione delle gare del Pnrr ai nostri clienti, abbiamo in corso tante attività da portare avanti con loro nelle varie aree. Bisogna, quindi, inserire sempre più risorse e lo facciamo già. Siamo una macchina che si sta già  preparando a un potenziale lavoro incrementale.  Se da un lato necessitate di nuove risorse, dall’altro alcune figure sono diventate obsolete con il passaggio dal rame alla fibra, continuerete a usare gli ammortizzatori sociali? È chiaro che noi abbiamo una parte del  business in grande sviluppo e un’altra che, necessariamente, non lo è più. Sul fronte delle infrastrutture c’è un grande processo di trasformazione. Facciamo di tutto per operare il reskilling, ma in alcuni casi non ci sono le condizioni. Quindi, c’è il ricorso ad ammortizzatori laddove la situazione lo renda necessario. Oltre allo sviluppo del vostro business classico, lei ha annunciato con la sua nomina la diversificazione e lo sviluppo verso altri settori contigui, l’azienda sta cambiando pelle? La parte più importante su cui oggi stiamo puntando è quella dello sviluppo delle attività di trasformazione digitale, con particolare riferimento al networking e alla sicurezza. Su quest’ultima tematica, sempre più importante, abbiamo acquisito una società di cybersecurity, Wellcome Engineering, e abbiamo già una divisione Digital Solutions che ha competenze di sicurezza e anche di networking. Stiamo investendo in modo significativo per muoverci nella catena del valore di fornitura dei servizi, seguendo quello che chiede il mercato. Noi abbiamo competenze di tecnologie e infrastrutture a tutti i livelli in varie aree e vorremmo anche sollevare le aziende clienti dall’esigenza di occuparsi della complessità dei sistemi e degli impianti, e lasciarle concentrare sul loro core business. Dal punto di vista della dimensione, i business più importanti sono quello, classico, di sviluppo dell’infrastruttura e quello dei sistemi digitali, anche perché le altre attività sono in fase un po’ più embrionale, ma se il mercato ce lo chiedesse in maniera coerente con quella che è Sirti oggi, noi saremmo pronti.  Avete le competenze per puntare sulle nuove frontiere? Abbiamo le competenze, ma il mercato si evolve, con particolare riferimento al mondo del networking e della sicurezza. Stiamo comunque crescendo inserendo persone nuove che hanno caratteristiche fondamentali. Per non rimanere indietro dobbiamo, quindi, crescere anche dimensionalmente, ma per fortuna abbiamo una domanda in crescita. Ci sono aree di sviluppo, ci sono state già in passato e lo saranno, come mi auguro, anche in futuro. Pensate di crescere anche attraverso qualche acquisizione? Non abbiamo niente in programma in questo momento, ma se la domanda fosse se siamo aperti alle acquisizioni risponderei che, se ci fossero opportunità funzionali ai nostri progetti, le guarderemmo come sempre. Con la solita attenzione a creare valore. Sirti è passata attraverso fasi complicate, ora è in una posizione non complicata, in un mercato che dà tante opportunità, quindi siamo pieni di energia e desiderio di contribuire allo sviluppo. Se questo richiederà qualcosa di non organico lo guarderemo, ma il percorso principale è quello di diventare sempre più bravi a costruire quello che già sappiamo fare.