Intervista di EconomyMag ad Andrea Mondo, Vice President Operations di Sirti SpA
Per Andrea Mondo di Sirti “la fibra ottica come backbone strutturale fisso e la penetrazione della tecnologia mobile 5G”
La trasformazione digitale – insieme alla sostenibilità e Sanità – è uno dei temi chiave contenuti nel Recovery Fund (Next Generation EU), con cui l’Europa intende rilanciare le economie dei paesi membri, colpite profondamente dall’emergenza sanitaria tuttora in corso, con l’obiettivo di avere in futuro una “Europa più ecologica, digitale e resiliente”. D’altronde, se ancora ce ne fosse bisogno, la pandemia da COVID-19 ha reso ancora più evidente come la trasformazione digitale rappresenti un passo obbligato per il futuro del nostro paese, sia in termini di competitività delle imprese che in termini di evoluzione della nostra società, ancora evidentemente penalizzata da un “digital divide” strutturale.
Ovviamente, pensare a una trasformazione digitale slegata dall’evoluzione delle infrastrutture di rete, sarebbe come iniziare a progettare un enorme palazzo senza aver pensato prima alle fondamenta, ed è in tale prospettiva che la realizzazione della connettività ultra broad-band (UBB) in fibra ottica e reti 5G diventa il fattore chiave abilitante per la “rivoluzione digitale”.
Perché tecnologie e applicazioni come, ad esempio, l’Internet of Things, Big Data, Intelligenza Artificiale, Cloud Computing, CyberSecurity – che saranno l’ossatura della prossima Italia digitale – possano operare alla massima efficienza funzionale, devono essere supportate necessariamente da reti infrastrutturali UBB (Fibra Ottica e 5G). Reti in grado di garantire ampiezza di banda, velocità, stabilità e sicurezza, che abilitano definitivamente la “quarta rivoluzione Industriale” (Industry 4.0) e la digitalizzazione del nostro paese, con evidenti ricadute imprenditoriali/industriali anche nei settori della sanità, pubblica amministrazione, istruzione, per citarne solo alcuni, con effetti che cambieranno radicalmente le nostre abitudini e comportamenti sociali.
Tecnologie come quelle, per esempio, impiegate nel mondo sanitario, per rendere più efficace e affidabile l’assistenza medica da remoto, o nel mondo dell’automotive, con lo sviluppo delle prossime “auto intelligenti” in grado di scambiare tra loro informazioni sulle condizioni del traffico o di avere una “guida autonoma” grazie a sensori “real time connected”, sensori altrettanto vitali per il monitoring delle condizioni climatiche, fattori di umidità ed altri parametri chiave per lo sviluppo delle coltivazioni agricole. Applicazioni interessanti si avranno sempre più anche nel campo dell’Industria 4.0 (Smart & Cyber Industry) – dove le fabbriche hanno bisogno di diventare più “intelligenti”, con impianti di produzione pienamente automatizzati – nel segmento del controllo della sicurezza delle infrastrutture o nei sistemi che permettono di razionalizzare l’uso delle risorse energetiche.
In sostanza, la fibra ottica come backbone strutturale fisso e la penetrazione della tecnologia mobile 5G (a volte complementare), saranno gli abilitatori di nuovi use-cases e renderanno scalabili su grandi volumi applicazioni e sistemi già disponibili in alcuni ambiti industriali evoluti e nei grandi centri urbani.
Tralasciando per un istante le necessarie, ma indispensabili semplificazioni autorizzative e legislative che si dovrebbero introdurre per velocizzare la costruzione delle suddette infrastrutture di rete abilitanti, come l’ adeguamento dei limiti di emissione campo elettromagnetico ai livelli degli altri paesi Europei e lo snellimento dei processi autorizzativi e rimozione dei vincoli realizzativi locali, è evidente che parte dei fondi che verranno dal Recovery Fund Europeo serviranno ad accelerare gli investimenti digitali in molte aziende private e PMI. Soggetti che oggi, pur vedendo necessaria e urgente questa digitalizzazione, tendono a non investire fortemente, sia per la situazione contingente di crisi pandemica che per il ritorno dell’investimento industriale che è, per sua natura, tendenzialmente visibile solo a medio termine. Serviranno, inoltre, sforzi importanti anche dal punto di vista della formazione delle nuove competenze digitali che dovranno “contaminare” la ns attuale cultura industriale, con un ecosistema che abbia una “visione imprenditoriale digitalizzata” pronta ad accettare la sfida della trasformazione, guidandola con decisione.
E’, in fine, essenziale, a fronte finanziamento derivante dal Recovery Fund EU, essere pronti con una rinnovata politica industriale che supporti proattivamente l’innovazione delle infrastrutture e delle risorse umane, ma soprattutto che assuma con decisione il ruolo di guida nel dialogo tra finanza e politica del paese per l’Agenda Digitale. Solo in questo modo saremo in grado di allocare al meglio i finanziamenti europei e dare una vera e concreta svolta al futuro del nostro paese.
Riassumendo, l’accelerazione della disponibilità dell’infrastruttura di rete in fibra e della rete radiomobile 5G ridurrebbe molti dei gap attuali nel processo di digitalizzazione del paese che è diventata palesemente una priorità più che urgente, sia in termini di rilancio industriale che di equità sociale in termini di pari opportunità.
Siamo di fronte a un punto di snodo cruciale per il futuro del nostro Paese: occorre abbracciare ora ed in maniera più che mai decisa e progettuale questa trasformazione, a partire dalle infrastrutture di rete ultra broad-band abilitanti, sfruttando al massimo i fondi europei come opportunità irripetibile, riconoscendole la massima priorità a livello politico, istituzionale ed industriale, senza perdere ulteriore terreno nei confronti delle altre nazioni industrializzate, pena la perdita di competitività e sviluppo sociale futuro: una scommessa che non possiamo evidentemente permetterci di perdere.