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Formazione al servizio di un business in evoluzione
23 Aprile 2022

Dal ruolo di storico player delle grandi reti di telecomunicazione, a vero e proprio hub di innovazione nel campo delle infrastrutture direte: Sirti ha intrapreso un percorso chela vede diventare sempre più una società tecnologica e digitale con offerta di servizi e soluzioni complesse di alto valore aggiunto. Un percorso in cui la formazione gioca un ruolo decisivo, «A supporto di questo piano, a gennaio 2021 abbiamo avviato il primo progetto, New skills to build the future, che ha coinvolto oltre 1.100 dipendenti per un totale di 290mila ore di formazione digitale in un piano di upgrade delle proprie competenze», commenta Clemente Perrone, Chief Human Resources & Organization Officer di Sirti. «Visto il successo della prima fase, a luglio è stato sviluppato e avviato il secondo progetto, che ha coinvolto altri 1.300 dipendenti, con oltre 350 mila ore di formazione in collaborazione con ManpowerGroup e Manpower Academy».

Il primo step ha coinvolto le persone attive negli ambiti tecnologici più maturi, come per esempio il mondo della manutenzione delle linee di tlc in rame: le nuove autostrade delle tlc, infatti, vanno verso la fibra ottica fino alle abitazioni (FTTH) e il 5G. Nella seconda parte dell’anno, invece, sono stati coinvolti trasversalmente i professionisti operanti nel campo della tecnologia sia nel ramo Telco di Sirti, in ambito radiomobile e apparati trasmissivi, sia in quello delle tecnologie cloud, networking, data center e cyber security. «Abbiamo raggiunto fasce di popolazione aziendale con competenze tecnologiche più sviluppate che richiedono tutta via un costante aggiornamento vista la velocità con cui viaggia attualmente il mondo dell’innovazione digitale», continua Perrone. Parallelamente a questo percorso di focalizzazione professionale verso gli ambiti della trasformazione digitale, Sirti continua a investire nell’inserimento di giovani talenti che abbiano voglia di formarsi in un ambiente e competitivo dal punto di vista tecnologico.
Con questo obiettivo sono nate le Digital Masterclass di Sirti, percorsi di formazione ad hoc per l’inserimento di figure giovani, diplomate o laureate, senza esperienza specifica. «Si tratta di una vera e propria Accademia interna che prevede l’erogazione di formazione volta a incrementare la conoscenza di base dei ragazzi in ambito informatico e a consentire l’acquisizione di nozioni più specifiche ritagliate su misura sulla base delle esigenze aziendali e dell’evoluzione dei principali trend di mercato, come la cybersecurity, la virtualizzazione, e l’internet of Things», spiega Perrone.
«Una volta arrivati in Sirti, i ragazzi vengono da subito inseriti nelle Masterclass e il programma viene concordato e costruito con estrema attenzione in partnership con primarie società di formazione. Durante il percorso formativo, i ragazzi hanno la possibilità di interagire con docenti esperti, effettuare simulazioni, test intermedie project work, che consentono loro di mettere in pratica le nozioni acquisite e tenere traccia del percorso svolto e della loro evoluzione», conclude Perrone.
Il Sole 24 Ore - di Francesco Prisco
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Cioli (AD Sirti): «Di fronte alla carenza di manodopera occorre fare sistema»
Di fronte alla carenza di manodopera delle aziende di rete e alle criticità del settore «occorre fare sistema» tra le realtà imprenditoriali, con i regolatori e le istituzioni: «se gestita in maniera ragionevole con strumenti innovativi», la crisi può anche trasformarsi in opportunità, legata a un progetto Paese. Parola di Laura Cioli, già ceo di Gedi, Rcs Mediagroup e CartaSi (ora Nexi), nella sua prima intervista come AD di Sirti, azienda di rete controllata al 100% dal fondo Pillarstone. Le imprese del settore dovrebbero, spiega la manager a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School), «cercare di far crescere il numero complessivo delle risorse e non, ad esempio, competere semplicemente sui profili senza una visione di sistema». Superando il concetto di competizione ed entrando in una «visione di progetto di sistema» come quello di realizzare le nuove infrastrutture di tlc per il Paese. Nel frattempo, l’azienda, che conta 3.800 dipendenti e ricavi (nel 2020) per 733 milioni, sta cercando di diversificare il business. Puntando, spiega Cioli, nominata ceo a gennaio scorso, in particolare sulle attività di trasformazione digitale, cybersecurity e networking in testa. Il consolidamento nel settore? « Per me al momento l’obiettivo principale è lo sviluppo, non il consolidamento o il risparmio». Il problema della carenza di manodopera nelle aziende di rete è ormai noto, avete avuto delle risposte da parte del Governo? Oggi c’è una potenziale carenza di manodopera per migliaia di addetti, è un fattore acclarato sul quale tutti siamo d’accordo. Non vorrei essere una voce fuori dal coro, ma secondo me la crisi di manodopera può essere gestita in modo ragionevole con strumenti innovativi. Può, cioè, essere trasformata in opportunità, legata a un progetto molto rilevante per il Paese. Stiamo, infatti, vivendo un momento di grande sviluppo grazie al Pnrr, ma anche per il desiderio e la volontà dei cittadini e del Paese di dotarsi delle infrastrutture digitali chiave. Credo che questa sia una fase in cui tutti gli elementi della filiera, che vanno dal regolatore alle istituzioni alle imprese di rete, debbano dare una grande prova di maturità e responsabilità. Dobbiamo uscire dal concetto di competizione, come singoli, ed entrare in una visione di progetto di sistema. Tutto ciò si traduce in tante cose: chi definisce le regole le può semplificare; noi imprese di rete dovremmo cercare di far crescere il numero complessivo delle risorse e non ad esempio competere semplicemente sui profili senza una visione di sistema. Nessuno deve considerare le condizioni a contorno come se fossero un problema di altri, esiste ad esempio un tema di costo dei materiali che non può essere affrontato da un pezzo della filiera, ma va risolto assieme. Altrimenti non funziona. Non ci può essere uno che vince e uno che perde, questo è il momento in cui penso si possa dire che o vinceremo tutti assieme o perderemo tutti assieme e, se perderemo, perderà il Paese. Il fatto che si riesca a realizzare i progetti passa attraverso il saper giocare come una squadra, anche se ciascuno avrà il suo ruolo, anche se ci saranno delle regole, ma con un’armonia che deve essere superiore rispetto al passato. Per il vostro settore, come per quello delle telco, si è parlato di consolidamento. L’obiettivo di giocare come squadra passa anche attraverso ipotesi di condivisione, joint venture o consolidamento? Il tema critico non è risparmiare costi, è cercare di aumentare la capacità, abbiamo bisogno di essere di più, lavorare in modo organico ed efficiente. Qualsiasi fattore porti a far crescere il numero dei lavoratori a disposizione è benvenuto se fatto in modo sostenibile, economico e nel rispetto delle regole. Il consolidamento in genere avviene, invece, quando bisogna stringere, risparmiare, fare sinergie, e quindi in questo momento non è fondamentale. Se ci fossero elementi funzionali a far crescere la capacità ben vengano, ma mettere assieme quanto già c’è non fa crescere le risorse nel mercato. Per me al momento l’obiettivo principale è lo sviluppo, non il consolidamento o il risparmio. Che cosa ne pensa dell’ipotesi di utilizzare gli immigrati per trovare le risorse della manodopera? Occorre un tavolo ad hoc con le istituzioni? Penso che le persone che mettiamo in campo debbano essere ben formate e lavorare in contesti sicuri e regolati. Per noi la nazionalità è irrilevante, l’importante è avere le risorse attraverso percorsi di formazione ben fatti e che tutelino le persone e la loro sicurezza. I bacini di reclutamento principali sono le scuole. Stiamo, pertanto, sperimentando percorsi innovativi, ad esempio formando nelle carceri delle persone che possono essere inserite nel lavoro sempre nel rispetto delle regole. Secondo me non c’è bisogno neanche di così tanti tavoli, occorre invece voglia di fare, di costruire, un po’ di fantasia e creatività nell’individuare dei bacini di risorse da utilizzare. Che tempi occorre rispettare per soddisfare l’esigenza di manodopera? Stiamo già nel pieno dell’attività, siamo nella fase di crescita delle risorse. Già prima dell’ assegnazione delle gare del Pnrr ai nostri clienti, abbiamo in corso tante attività da portare avanti con loro nelle varie aree. Bisogna, quindi, inserire sempre più risorse e lo facciamo già. Siamo una macchina che si sta già preparando a un potenziale lavoro incrementale. Se da un lato necessitate di nuove risorse, dall’altro alcune figure sono diventate obsolete con il passaggio dal rame alla fibra, continuerete a usare gli ammortizzatori sociali? È chiaro che noi abbiamo una parte del business in grande sviluppo e un’altra che, necessariamente, non lo è più. Sul fronte delle infrastrutture c’è un grande processo di trasformazione. Facciamo di tutto per operare il reskilling, ma in alcuni casi non ci sono le condizioni. Quindi, c’è il ricorso ad ammortizzatori laddove la situazione lo renda necessario. Oltre allo sviluppo del vostro business classico, lei ha annunciato con la sua nomina la diversificazione e lo sviluppo verso altri settori contigui, l’azienda sta cambiando pelle? La parte più importante su cui oggi stiamo puntando è quella dello sviluppo delle attività di trasformazione digitale, con particolare riferimento al networking e alla sicurezza. Su quest’ultima tematica, sempre più importante, abbiamo acquisito una società di cybersecurity, Wellcome Engineering, e abbiamo già una divisione Digital Solutions che ha competenze di sicurezza e anche di networking. Stiamo investendo in modo significativo per muoverci nella catena del valore di fornitura dei servizi, seguendo quello che chiede il mercato. Noi abbiamo competenze di tecnologie e infrastrutture a tutti i livelli in varie aree e vorremmo anche sollevare le aziende clienti dall’esigenza di occuparsi della complessità dei sistemi e degli impianti, e lasciarle concentrare sul loro core business. Dal punto di vista della dimensione, i business più importanti sono quello, classico, di sviluppo dell’infrastruttura e quello dei sistemi digitali, anche perché le altre attività sono in fase un po’ più embrionale, ma se il mercato ce lo chiedesse in maniera coerente con quella che è Sirti oggi, noi saremmo pronti. Avete le competenze per puntare sulle nuove frontiere? Abbiamo le competenze, ma il mercato si evolve, con particolare riferimento al mondo del networking e della sicurezza. Stiamo comunque crescendo inserendo persone nuove che hanno caratteristiche fondamentali. Per non rimanere indietro dobbiamo, quindi, crescere anche dimensionalmente, ma per fortuna abbiamo una domanda in crescita. Ci sono aree di sviluppo, ci sono state già in passato e lo saranno, come mi auguro, anche in futuro. Pensate di crescere anche attraverso qualche acquisizione? Non abbiamo niente in programma in questo momento, ma se la domanda fosse se siamo aperti alle acquisizioni risponderei che, se ci fossero opportunità funzionali ai nostri progetti, le guarderemmo come sempre. Con la solita attenzione a creare valore. Sirti è passata attraverso fasi complicate, ora è in una posizione non complicata, in un mercato che dà tante opportunità, quindi siamo pieni di energia e desiderio di contribuire allo sviluppo. Se questo richiederà qualcosa di non organico lo guarderemo, ma il percorso principale è quello di diventare sempre più bravi a costruire quello che già sappiamo fare.
Sirti ottiene i riconoscimenti “Cisco Partner Award – Enterprise Networking & Meraki Partner of the Year” e “Cisco Partner Award – Enterprise Partner of the Year”
Un traguardo particolarmente importante per Sirti, che sarà chiamata a supportare Cisco nel percorso di diffusione della tecnologia nel settore Enterprise in veste di partner consolidato Sirti, hub di innovazione nel campo dello sviluppo delle infrastrutture di rete, ha annunciato di aver ottenuto importanti riconoscimenti da parte della società Cisco, leader mondiale nelle soluzioni del networking e dell’IT. Nello specifico, si tratta del “Cisco partner award – Enterprise Networking & Meraki Partner of the Year” e “Cisco Partner Award – Enterprise Partner of the Year”. Si tratta di riconoscimenti significativi per il lavoro che Sirti Digital Solutions sta svolgendo nell’ambito delle soluzioni Enterprise Networking. Un traguardo questo, che rafforza ulteriormente il posizionamento di Sirti come tech company nel settore di riferimento, evidenziando le sue competenze tecniche e commerciali, nonché definendo l’importanza strategica ricoperta all’interno delle partnership. In questo contesto, Sirti supporterà Cisco all’interno di una strategia mirata e volta a proporre sul mercato un portafoglio ancora più completo di soluzioni innovative per le aziende. La partnership storica con Cisco rafforza, pertanto, il ruolo che una società come Sirti sta giocando nella filiera che abilita la trasformazione tecnologica. ”Siamo onorati dei riconoscimenti ottenuti da parte di Cisco, perché rappresenta un ulteriore consolidamento della nostra storica partnership. Siamo certi che supportare la strategia di sviluppo delle soluzioni Cisco sia importante per continuare a svolgere un ruolo di primo piano nello sviluppo del nostro Paese e che insieme affronteremo con successo le prossime sfide”, afferma Massimo Nava – Head of Sales Business Unit Digital Solutions del Gruppo Sirti. “È con grande piacere e stima che diamo questi due importanti premi al partner Sirti. Riguardano tecnologie e mercati fondamentali per Cisco e sono alla base della nostra strategia per gli anni futuri”, afferma Giorgio Campatelli, Partner Organization Leader di Cisco Italia. “Sirti è un partner storico, che ha sempre investito sulle competenze e nelle capacità per servire al meglio i propri clienti, questi sono valori che ci accomunano nel lavoro quotidiano. Cisco è onorata di avere al proprio fianco un’azienda così importante e strategica per lo sviluppo delle imprese e del Paese”.